Epica, teatro e cinema si fondono per ricreare un genere vivo, in cui l’affabulazione, pur facendo riferimento a una tradizione mai scomparsa, si rigenera attraverso la poesia lacerante della modernità.
Nel ruolo di Cassandra, Jun Ichikawa (una delle attrici giapponesi più affermate in Europa, considerata un’icona dalle nuove generazioni del suo Paese) ha le possibilità di sperimentare tutte le tecniche della performer, dalla recitazione, al canto, alla danza, raccontando teatralmente non solo le vicende della profetessa di Apollo, ma avvicendandosi in diversi ruoli che ricostruiscono in maniera avvincente la storia della città di Troia e del suo assedio.
L’Agamennone di Leandro Amato, (interprete di rilievo nell’ambito del teatro e della canzone melodica popolare, spesso accanto a Beppe Fiorello in diverse fiction televisive) è un personaggio diviso tra l’affermazione del potere, le ragioni della guerra e la scoperta di una donna diversa, Cassandra, dalla quale però si sente irrimediabilmente attratto, dando vita a una relazione che oscilla tra eros e thanatos, amore e morte.
Lo spazio che li separa dal ritorno a Micene, dove Agamennone conoscerà la morte, è un breve tempo in cui vivere tutta la vita, superare le diffidenze e il conflitto che li vede nemici, riunire le loro solitudini in un amore appassionato, vibrante che non si può sottrarre al destino.
Le sonorità mediterranee della musica fanno volutamente da contrappunto alla modernità di interpretazione. La ricerca musicale è una sperimentazione colta e raffinata di suoni, temi, melodie che si rifanno alla scala dorica e ai primi poemi epici persiani.
Il clima dello spettacolo non è mai unico: attraverso la visione dei personaggi, a cui danno vita i due unici interpreti, le cadenze della drammaturgia si spostano dal sublime della tragedia alla levità di generi diversi, come accade nel prologo degli dei, in cui prevalgono l’ironia e l’inventiva teatrale.