Una serata di monologhi, stand up e musica che indaga e racconta lo sport più amato dagli italiani. Ma esclusivamente dal punto di vista femminile.

I progressi del nostro tempo in fatto di parità di genere in tanti campi dello scibile umano, pur essendo non sufficienti sono senza dubbio considerevoli negli ultimi 50 anni.
Il calcio, viceversa, sembra essere rimasto ad un sessismo da età della pietra, tra gaffes retrograde degli addetti ai lavori, ostracismi di vario genere e luoghi comuni superati come “le donne non sanno la regola del fuorigioco” o il proverbiale “il calcio non è uno sport per signorine” fino ad arrivare alla follia di presidenti di società calcistiche che vedono il calcio femminile come qualcosa di diabolico e contro natura.

Ma nel frattempo il mondo, fortunatamente, si muove, le donne sono da tantissimo tempo tifose, calciatrici e da meno tempo sono anche arbitre, guardalinee, allenatrici, dirigenti. Ma nell’immaginario collettivo e spesso anche in quello televisivo sembra che le uniche figure femminili ad aver diritto di cittadinanza nel mondo del pallone siano le “Wags”, acronimo di “wives and girlfriends”, donne che vengono (s)qualificate dalla stampa solo come “mogli di” e “fidanzate di”. In questo contesto folle abbiamo pensato che ci fosse ampio terreno fertile per indagare, tra il serio e il faceto su tutte queste incongruenze, farle entrare in corto circuito e giocarci come il teatro, la stand up comedy e la musica sanno fare.
Ma al tono satirico si aggiungerà anche quello poetico del calcio, all’invettiva si uniranno la poesia, l’epica e il grande amore che gli italiani e le italiane hanno per questo meraviglioso sport. Quadretti di famiglie incollate davanti al teleschermo, ricordi festosi dell’Italia ai mondiali, il poster di Paolo Rossi, l’amore di una romanista per Totti o di una laziale per Beppe Signori, la figura mitica di Carolina Morace, l’arbitra, la tifosa e la calciatrice, l’allenatrice nel pallone e tante altre storie.
E infine la musica, a sottolineare da un lato l’assurdità di questo gap lontano dall’essere colmato e da un altro i tanti bei ricordi legati alla storia del calcio.